Forti in Trentino Alto Adige

Forte Sommo Alto di Folgaria

Il Forte Sommo Alto in una foto della Prima Guerra MondialeAppartiene alle sette fortezze austro – ungariche poste lungo un tratto di 30 km tra i rilievi di Serranda e Cima Vèzzena, il Forte Sommo Alto di Folgarida, posto presso l’altopiano di Folgaria, è una valida e interessante testimonianza dei combattimenti avvenuti presso il fronte trentino – veneto durante la Grande Guerra. Il forte fu edificato tra il 1911 e il 1914, allo scopo di collegare i forti Doss, Cherle e delle Somme.

È possibile raggiungerlo tramite il passo Coe dista circa venti minuti a piedi. Un’occasione particolarmente indicata per visitarle è d’estate quando si svolge la Marcia dei forti, un evento che si svolge in queste zone dal 1999 costituito da differenti percorsi con lunghezze e difficoltà di vario livello che si svolgono presso la zona delle tre fortezze austro-ungariche.

Nei mesi invernali è possibile visitare il circuito sciistico Skitour dei forti. Il forte è caratterizzato, sin dalla sua costruzione, da una copertura spessa circa 2,80 metri, che nel 1915 ha raggiunto i 3,80 metri in seguito ai primi combattimenti. La struttura si estende su tre piani, soltanto uno era visibile caratterizzato da tre cupole in acciaio girevoli, cannoni di piccolo calibro, due obici di 10,5 cm e ben venti postazioni per le mitragliatrici.

Inoltre erano presenti due cisterne da 380 hl che fornivano acqua al forte, costituite da due dinamo con un motore a olio e degli accumulatori che fornivano energia elettrica. Inoltre il forte era circondato da una serie di reticolati, trincee e campi minati.

Forte Belvedere

Forte Belvedere, LavaroneIl Forte Belvedere è posto a 1.177 m presso un dosso roccioso a ridosso della Valle dell’Astico. Un Forte particolarmente resistente, infatti durante i bombardamenti dei primi giorni del conflitto rimase quasi del tutto illeso. Il primo tentativo di attacco fu nel settore orientale tra Forte Verle e Forte Lusern.

La struttura venne edificata a cavallo tra il 1908 e il 1914 allo scopo primario di controllare Val d’Astico, proprio sotto il forte. Fra tutte le strutture fortificate dell’Altopiano è sicuramente l’unica a non aver subito importanti conseguenze strutturali nel periodo bellico degli anni Trenta, per volere del regime fascista in occasione della campagna Ferro alla Patria.

Il forte fu graziato da re Vittorio Emanuele II, che decise di visitare il forte famoso per la sua resistenza e desiderò che almeno non fosse demolito per la memoria delle future generazioni. La famiglia Orsele, negli anni Sessanta, acquistò il forte e decise di trasformarlo in una fortezza museo ancor oggi presente e gestito dalla Fondazione Belvedere Gshwent. A partire dal 2007, Forte Belvedere, offre ai suoi turisti sistemi multimediali che narrano attraverso luci, suoni e voci la grande guerra.

Forte Strino

Forte Strino in una foto della Prima Guerra MondialeIl Forte Strino, che domina la strada del Tonale, un tempo rappresentava il confine strategico tra l’Austria e l’Italia. Questo forte è posto presso la strada del Tonale, precisamente tra il paese di Vermiglio e l’omonimo Passo. Fa parte della serie di fortificazioni dell’area del trentino realizzata dallo Stato Maggiore Austriaco, poco dopo le guerre di Indipendenza, nel momento in cui il Trentino rappresentava il confine meridionale dell’Impero Austro – Ungarico.

Appartiene ai tutti quei forti realizzati dall’Austria presso i confini del Trentino per ostacolare possibili invasioni dell’Italia. Inoltre fu fondamentale per la Prima Guerra Mondiale, oggi ospita il Museo storico della Guerra Bianca. È posto a 1.538 m presso la nota via di comunicazione tra la Lombardia e il Tirolo, edificato allo scopo di sbarrare la strada.

Nell’area del Tonale, due decenni prima della Prima Guerra Mondiale, furono costruite altre strutture fortificate per rinforzare la difesa dello sbarramento di Strino. Un particolare sistema difensivo costituito da una forma a tenaglia che ostacolava l’accesso al Val di Sole. Questa struttura rappresenta una classica e tradizionale forma di difesa per la quale la massa compatta deve reggere l’urto del nemico.

Struttura a forma semicircolare su due piani, in seguito ad anni di abbandono fu ristrutturato e consegnato a Vermiglio come testimonianza del loro trascorso.

Forte Busa di Verle

Forte Busa di Verle, Passo Vezzena, TrentoParte integrante della struttura difensiva posta presso il confine austro – ungarico negli anni della Prima Guerra Mondiale, Forte Busa di Verle si trova presso il passo Vezzena a 1.504 m. Fu edificata negli anni compresi tra il 1907 e il 1914, in una collocazione strategica per volere degli Austro – Ungarici con il Belvedere da Lavarone e il Campo di Luserna, era parte della cinta difensiva più all’avanguardia presso il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero.

Il forte ostacolava la strada che conduceva all’Altipiano di Asiago, fu anche oggetto di intensi bombardamenti dell’artiglieria italiana e fu anche assalita durante i primi mesi della guerra, da truppe della fanteria alpina. A partire dal 1916, in occasione dell’inizio della Spedizione punitiva, e con il trasferimento verso sud del fronte, fu sfruttato in qualità di sede degli alloggi e come punto ottico di collegamento.

La struttura del forte è allungata e suddivisa in quattro salti successivi seguendo la morfologia del terreno, è costituito da quattro cupole girevoli e una serie di cunicoli blindati, con quattro cannoni di 6 cm, quattro obici di 104 mm, due cannoni da 80 presso la batteria Traditor e infine 15 mitragliatrici. In passato accoglieva circa 200 artiglieri e 100 genieri al comando del tenente Giebermann e in seguito del tenente Julius Papak, verso gli anni Trenta fu venduto al Comune di Levitico.