Cucina delle Valli di Fiemme e Fassa e Val di Cembra

Gli StrozzapretiLa cucina delle Valli di Fiemme e Fassa, ma più in generale delle valli trentine, è inscindibilmente legata alle vicende storico-culturali che hanno caratterizzato queste terre nei secoli scorsi nonché alla non facile collocazione geografica.
Le valli godevano di un'autosufficienza dovuta all'isolamento che la condizione geografica comportava. La sussistenza era garantita da una fiorente attività agricola e d'allevamento.

Le coltivazioni principali erano quelle del frumento, del grano saraceno, del farro, del miglio e del sorgo, mentre l'allevamento garantiva non solo la carne, ma anche il latte grazie al quale ha preso vita una variegata produzione casearia. A seguito dell'influenza germanica, vennero introdotti sulla tavola dei trentini prodotti quali la patata ed i crauti.

Nei dolci era molto diffuso l'utilizzo del papavero che cresceva spontaneo oppure veniva coltivato, mentre il condimento era rappresentato dal burro, ma ancor di più dallo strutto derivato dall'allevamento del maiale. Le Valli di Fiemme e di Fassa vissero, in misura minore rispetto al resto del Trentino, un periodo di decadentismo gastronomico coincidente con la dominazione austriaca (1813-1918) a causa dei dazi sul grano, dell'avvento della pellagra nonché per calamità naturali quali alluvioni e colera.

Da questa fase difficile il Trentino ne uscì grazie ad una ripresa economica e con lo sviluppo del turismo, con il quale sono state riscoperte le antiche tradizioni culinarie.

La gastronomia di queste valli viene influenzata ed arricchita dalla stretta vicinanza con il mondo tirolese. Nella gastronomia di queste aree si trovano, quindi, piatti di stampo centroeuropeo come i canederli affiancati da preparazioni più locali come l'orzet e gli strangolapreti.

Come è stato già detto, l'allevamento di bovini, nutriti con erbe di pascoli d'alta montagna, garantiva anche la presenza sulle tavole di queste valli prodotti caseari di ottima qualità.

Tra i formaggi più rinomati citiamo il Puzzone di Moena che deve il suo nome all'odore forte che lo caratterizza, il Dolomiti formaggio a pasta tenera ed il Nostrano prodotto principalmente nella Val di Fassa caratterizzato da una crosta umida ricoperta da una patina untuosa, viene spesso utilizzato nella cucina di montagna per l'originale sapore ricco e gustoso.

Tra i prodotti ottenuti grazie alle carni di animali d'allevamento ricordiamo lo speck (prodotto tipico di tutto il Trentino) e le luganeghe che sono delle salsicce composte normalmente da carne di maiale (o manzo), sale, pepe, pimento e aglio.

Alimenti tipici di questa zona sono anche il miele e i frutti di bosco. Il miele si trova nelle varietà più particolari come quello di rododendro dal sapore delicato, quello di abete bianco di colore nero verdastro con un sapore dolce e aromatico e quello di abete caratterizzato da un colore rosso e da un sapore molto gradevole.

Per quanto riguarda, invece, i frutti di bosco si può dire che sono così abbondanti nelle due valli che si producono ottime marmellate come quella di mirtilli.

Val di Cembra

La PinzaÈ proprio per la configurazione orografica della valle che la cucina cembrana può essere definita povera, ma non priva di specialità che la rendono unica e speciale.

La Valle di Cembra non ha molti vasti appezzamenti pianeggianti e conche ricche di humus, perciò è piuttosto moderata nella produzione agricola. Questa situazione è servita a spronare i suoi abitanti che fin dal passato hanno escogitato tutte le arguzie per rendere ogni angolo di terra produttivo.

Da qui se ne deduce che la cucina era piuttosto povera e che, anche in quest'ambito, la popolazione della Valle ha dovuto sfruttare al meglio le poche risorse alimentari di cui disponeva.
La Rostida, piatto a base di patate lesse e arrostite nel grasso di bue, veniva servita a colazione al posto del pane, a cena, invece, veniva servita la Pinza, torta salata preparata con gli ingredienti di volta in volta disponibili in dispensa.

Ben più ricchi erano piatti quali la Polenta e osei, il Cunel ossia il coniglio, il pollo arrosto e El Tonco Lustro, piatto a base di burro, pomodoro e farina che veniva insaporito con varie erbe aromatiche che accompagnava gli arrosti e le carni in umido.

Un piatto tipico e tradizionale della Valle, ancor oggi, è la Carne salmistrada e la Luganega secca accompagnate dal Tortel di patate.
I dolci venivano preparati solo in occasioni particolari, è questo il caso dei Grostoi, tipici dolci carnevaleschi.

Con il passare del tempo e con la conseguente facilità negli spostamenti, la cucina di questa zona ha saputo cogliere le influenze della Valsugana e dell'area germanofona del vicino Alto Adige, influenze che tuttora si ritrovano nella preparazione di piatti quali i Canederli in Brodo e gli Strangolapreti.

Come già accennato, in passato, questa cucina privilegiava l'uso di carni bovine e suine, mentre i grassi dominanti erano il burro, lo strutto e il lardo di maiale.

Essa ha un'origine popolare ed è strettamente legata ai prodotti del territorio. La preparazione e la cottura dei cibi sono determinati dall'esperienza e si sono tramandati per via orale.

In questi ultimi anni la cucina tradizionale della valle ha subito, in alcune sue parti, una rivisitazione nell'ottica della variazione del gusto e delle caratteristiche degli alimenti.