Scialpinismo/sci Escursionismo
Ai piedi della vetta del Lagorai
Da Predazzo, una comoda strada sterrata raggiunge, a quota 1600 metri, la suggestiva piana erbosa di Valmaggiore, punto di partenza ideale per inoltrarsi nel cuore del Lagorai. Una comoda mulattiera lastricata, ricordo dei lunghi anni di guerra del primo conflitto mondiale (segnavia 335), permette di superare i risalti morenici che portano a Forcella di Valmaggiore (2180 m), dove si trova il Bivacco Paolo e Nicola, perfetto per una sosta e attrezzato per i pernottamenti (se non avete zaini troppo pesanti, portate qualche pezzo di legno, sempre comodo per un fuoco nella stufa).
Dal passo, il sentiero 349 percorre tutto il versante settentrionale della Cima di Cece, la più alta elevazione del gruppo. Raggiunta la cresta nord, gli escursionisti con marcia ferma e sicura possono raggiungere, in poco meno di un’ora, la piramide sommitale della Cima di Cece a quota 2754 metri e scendere sul versante est, per tracce di sentiero, fino alla sottostante Forcella di Cece.
Il sentiero 349 raggiunge invece la stessa forcella (2393 m), sempre costeggiando la cima. Dalla forcella, si torna verso il fondovalle di Fiemme scendendo per il sentiero 336, superando i laghi di Caserina e di Cece, arrivando a Malga Campigolo e quindi alla sterrata che riporta al ponte di Valmaggiore. Per il centro di Predazzo manca a questo punto ancora un’ora di viaggio.
Due perle nel verde
Paneveggio si presenta come un’ampia radura, a quota 1500 metri, con un panorama straordinario sul Lagorai, a Sud, e le spettacolari punte delle Pale di San Martino, esaltate dal becco del Cimon della Pala, a Est. Dal parcheggio di Pulesi, sul bordo del Lago artificiale di Forte Buso, parte il sentiero 337 che porta con una lunghissima salita, ripida nella parte terminale, fino a Forcella Ceremana (2428 m), con un dislivello di quasi mille metri.
Da qui, tracce di sentiero verso Est conducono al Colbricon (2602 m), ultimo baluardo porfirico del Lagorai affacciato sulla magnificenza delle Pale, che si possono ammirare nella loro pienezza. La salita alla cima richiede un minimo di esperienza, poiché non ci sono segnavia e si seguono solo tracce di passaggio tra roccette e crepe di porfido. Anche la discesa al Passo di Colbricon è impegnativa per lo stesso motivo (si cammina su pietrisco instabile), ma comunque intuitiva e logica.
Più facile è il breve tratto fino ai laghi di Colbricon (1927 m), dove sorge anche l’omonimo rifugio, aperto in estate. Ritornati al Passo Colbricon, un manifesto sentiero scende verso nord tra belle foreste di larici fino a Paneveggio. Dai laghetti di Colbricon, chi sceglie di continuare il Trekking delle Leggende verso San Martino di Castrozza imboccherà verso sud il sentiero 348 che scende verso Malga Ces e da qui al principale centro turistico del Primiero.
Le antiche scogliere del Latemar
Da Pampeago (1557 m), la muraglia occidentale del Latemar si presenta in tutta la sua grandezza e imponenza. Lungo i tappeti erbosi delle piste da sci si giunge alla Ganischger Alm (2010 m), raggiungibile anche utilizzando gli impianti di risalita, e poi seguendo il segnavia 504 e poi il 516, il Passo Feudo (2121 m).
Tra le rocce antiche del Latemar, in un’ora si raggiunge il Rifugio Torre di Pisa (2691 m), affacciato sull’incredibile anfiteatro orientale del Latemar, dove è immediatamente comprensibile la struttura delle antiche barriere marine ed è possibile immaginare l’immensa laguna tropicale che in tempi antichi contrassegnava questo ambiente.
Dal rifugio, il sentiero 516 raggiunge Forcella dei Camosci (2590 m) per poi scendere (segnavia 18), prima tra roccette e poi tra radi gruppi di pini cembri, fino alla seggiovia Oberholz, dove incrocia il segnavia 23, che verso sinistra porta a Passo Pampeago (1990 m) e quindi raggiunge di nuovo la Ganischger Alm.
Tra il bianco ed il nero
Da Pampeago (1557 m), salendo lungo i tappeti erbosi delle piste da sci, si raggiunge prima Passo Pampeago (1996 m), e da qui si affronta la ripida salita, sempre sul tracciato delle piste e senza percorso obbligato, che porta in cima alla Pala di Santa (2488 m), spettacolare poggio su gran parte delle Alpi Orientali.
Dalla cima, il sentiero 574 segue lo sperone occidentale della Pala di Santa e scende ai prati che formano il piccolo altipiano del Passo di Lavazè (1802 m). Al Passo di Pampeago si può arrivare anche utilizzando gli impianti di risalita fino a Ganischger Alm (2010 m). Da qui, seguendo la strada sterrata, si arriva al passo in pochi minuti.
Il Viel Dal Pan - Dal Passo Fedaia al Col Rodella
Di fronte al Rifugio Castiglioni si prende il sentiero 698, per poi proseguire a sinistra sul sentiero 601, che con un lungo traverso in un ambiente spettacolare, mantenendosi intorno a quota 2400, porta al Passo Pordoi (2239 m). Questo tratto di itinerario è chiamato “Il Viel del Pan”, perché pare fosse il percorso preferito dai commercianti ambulanti che si spostavano tra la Val di Fassa e la conca di Livinallongo.
Al Passo Pordoi vale la pena salire in funivia al Sass Pordoi, la terrazza delle Dolomiti, per poter godere di un panorama a 360° su tutte le principali vette dolomitiche.
Tornati al Passo Pordoi in funivia, seguendo il sentiero 627 si arriva a Pecol, da dove, per lo stesso sentiero o prendendo la cabinovia, si scende a Canazei. Da qui, per la passeggiata lungo il torrente, si raggiunge la località Ischia a Campitello, dove c’è la stazione di partenza della funivia che in pochi minuti porta al Col Rodella.
Verso la Roda De Vael - dal Rif. Gardeccia al Passo Costalunga
Dalla conca di Gardeccia si raggiunge il Ciampedie (segnavia 540), da dove si ha una visione panoramica su tutta la Valle del Vajolet. Si prosegue per Prà Martin e poi per il Troi de le Feide (Sentiero delle Pecore) ai piedi delle Cigolade. Raggiunta la Buja de Vael, si scende al Rifugio Roda de Vael.
Da qui, per il sentiero 548, si approda fino al Passo Costalunga. In alternativa, si può proseguire per il sentiero 549 fino al monumento a Theodor Christomannos, ideatore della “Strada delle Dolomiti: Bolzano, Cortina, Dobbiaco”, e poi per il sentiero 539, fino al Rifugio Paolina. Da qui si scende al Passo Costalunga, raggiungibile con la seggiovia o percorrendo il sentiero 552.
L'anima dei Monti Pallidi - Dal Rif. Antermoia al Rif. Gardeccia
Dal Rifugio Antermoia, il sentiero 584 valica il passo omonimo (2770 m), per costeggiare poi il versante occidentale del Catinaccio d’Antermoia fino al Passo e al Rifugio Principe (2600 m). Fin a qui si può arrivare anche con una spettacolare via ferrata che attraversa il massiccio, toccando la cima a quota 3002 metri (solo per esperti con attrezzatura).
Si continua in direzione sud sul sentiero 584, che dopo un primo ripido tratto, si attenua lungo la Val del Vajolet fino ai rifugi Vajolet e Preuss (2246 m), da cui si ammirano le mitiche Torri del Vajolet e la parete est del Catinaccio.
Siamo al centro di una delle zone più celebrate dall’alpinismo di tutti i tempi, dove i pionieri dell’arrampicata, da Paul Preuss a Tita Piaz, hanno realizzato imprese mitiche. Da qui, in un’ora circa di cammino, si raggiunge il Rifugio Re Alberto I (segnavia 542), dal quale si può ammirare il versante meridionale delle Torri del Vajolet. Tornati ai rifugi Vajolet e Preuss, seguendo il sentiero 546 si scende fino al Rifugio Gardeccia.